Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 07 febbraio 2024
di Fabio Modesti
Agricoltori sul piede di guerra, agricoltori disintermediati, a quanto pare. Nel senso che le organizzazioni di categoria (almeno “la trimurti” Coldiretti, Confagricoltura, Cia) non hanno organizzato i cortei e le proteste a suon di trattori e di blocchi stradali. Manifestazioni anche violente come nel caso di Bruxelles dalle quali gli stessi agricoltori dovrebbero prendere le distanze e denunciare i violenti. Da nord a sud della nostra penisola gli imprenditori agricoli, evidentemente con proprietà medio-piccole, reclamano maggiore reddito, maggiori corrispettivi per le produzioni, contratti equi da parte della grande distribuzione, una politica agricola europea (Pac) meno “green” (senza la tagliola della riduzione di utilizzazione di pesticidi) che consenta di utilizzare anche i terreni (4% di quelli ammessi ad aiuti Pac) da tenere obbligatoriamente a riposo. Ma come si può conseguire maggiore corrispettivo per i prodotti e quindi maggiore reddito nel momento in cui si va in solitaria sui mercati? Come si fa in Puglia, nella parte che è “osso” della regione, la Murgia barese, ad aumentare prezzi di produzione e reddito se il grano duro che si produce è di bassa qualità e sostanzialmente inidoneo alla pastificazione? Ricordiamo che è stata sempre la Pac, ma negli anni ’80, ’90 e per buona parte dei primi anni 2000, a foraggiare la trasformazione dei pascoli naturali per farli diventare aride pietraie con soprassuolo di neanche 5 centimetri da destinare alla produzione di quel grano duro. Come si fa ad aumentare il proprio reddito ottenendo un giusto compenso dalla grande distribuzione se a contrattare con quest’ultima si va ciascuno per sé, senza costituire massa critica associata, consorziata, in grado di presentare prodotti di qualità di territori di qualità come possono essere le aree protette? E come si fa a non rendersi conto che è possibile un’agricoltura con meno prodotti chimici e meno acqua mantenendo rese soddisfacenti utilizzando la ricerca avanzata delle modificazioni genetiche? La Pac, che assorbe un terzo sul bilancio dell’UE, premia le grandi proprietà poiché per gran parte attuata con aiuti “a superficie”. Infine, la protesta degli agricoltori chiede un sostanziale mercato chiuso, stabilendo dazi e limiti alle importazioni. Sotto accusa il grano dall’Ucraina, l’olio tunisino e gli accordi internazionali di libero scambio come il Ceta. Però quegli accordi hanno consentito a prodotti italiani di qualità di conquistare mercati esteri prima sconosciuti. Ah, già ma sono prodotti di qualità di consorzi di produttori agro-zootecnici.