Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 28 marzo 2023, pag. 1
di Fabio Modesti
Di recente Jacopo Giliberto, intelligente giornalista economico italiano, ha twittato: «comunicatori e uffici stampa, quando proponete ai vostri clienti un bel comunicato in occasione della giornata mondiale dell’acqua (o cose simili), sappiate che viene cancellato in 2 secondi e 3 decimi». Come dargli torto. C’è una giornata internazionale ormai per tutto e sono state recentemente celebrate anche quelle degli alberi e dell’acqua. Convegni, speciali nei TG e così via. In realtà sono argomenti residuali, per addetti ai lavori. Sì, certo, ora la siccità nel nord Italia fa notizia ma non ha mai fatto notizia la scelta disastrosa di spingere per un’agricoltura fortemente idroesigente (vedi mais per alimentazione animale) in tutti questi decenni. Però guai a dare il via libera a specie di mais OGM o, meglio, ottimizzate con genetica di precisione CRISPR che richiedono molta meno acqua e molti meno, se non zero, trattamenti chimici. La litania della carenza di piogge a causa dei cambiamenti climatici vince su tutto. Per i boschi la situazione è un po’ diversa nel senso che di loro non importa quasi a nessuno. Materia complessa quella forestale che richiede approcci multi ed interdisciplinari, capacità di lettura dei contesti ed idee chiare. Bari è stata, ed è ancora, sede di cattedra universitaria dedicata alla gestione forestale. Certo, sono lontani i tempi delle scuole forestali e selvicolturali tra cui possiamo di sicuro annoverare quella di Vittorio Gualdi a Bari, nella regione meno boscata d’Italia. La Puglia sta cercando di organizzare politiche forestali ed ha prodotto anche documenti importanti come la Carta dei Tipi forestali. Si è anche dotata di una nuova legge forestale che ricalca il vigente, molto criticato, Testo Unico forestale statale del 2018. Il WWF Puglia, ad esempio, l’ha aspramente criticata ed in effetti si sarebbe potuto fare parecchio di meglio. La stessa Carta dei Tipi forestali, ossia la raccolta delle tipologie forestali presenti in Puglia per la loro tutela e miglioramento, afferma che la superficie forestale regionale è di 207.183 ettari mentre il Piano paesaggistico regionale (Pptr) ne riporta 166.415 ettari. Quasi 50.000 ettari di differenza. Questione di non poco conto se si pensa che il Pptr dispone tutele ben definite per le aree boscate e per le aree ad essi contermini. I boschi sono serbatoi di CO2 e quelli maturi i migliori ed i più efficienti. Quando si dice che la superficie forestale è aumentata si dice il vero ma non tutta la verità. Sono aumentate le boscaglie, le formazioni effimere, piccole estensioni ecologicamente poco significative. Di nuovi boschi maturi ve ne sono veramente pochi, troppo pochi. Ma non importa, si dirà, ci sono i 330 milioni di euro del PNRR per piantare gli alberelli da lavaggio verde della coscienza. Eppure neanche questo si riesce a fare, come rileva la Corte dei Conti, e gli esemplari che si piantano per molta parte seccano perché ci si scorda di averli piantati.