La Puglia primatista nazionale di rinnovabili ma non basta: presentati in tre anni progetti di eolico off-shore per una potenza 10 volte quella attribuita dagli obiettivi di decarbonizzazione. Una mappa spaventosa ● Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 28 aprile 2024
In copertina, rappresentazione su Sistema Informativo Geografico (GIS) degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (Fer) a terra (on-shore) ed a mare (off-shore) in Puglia. Aggiornamento gennaio 2024. Fonte: Soprintendenza speciale PNRR
di Fabio Modesti
La mappa che pubblichiamo cattura l’occhio con tutti quei colori e tutte quelle appendici in mezzo al mare. Tanti puntini rossi, magenta e ciano, poligoni gialli, azzurri con campiture diverse. Sembra un quadro tra l’espressionismo tedesco e l’avanguardismo della pittura russa di Malevich. Invece, nulla di tutto questo. Semplicemente è la rappresentazione cartografica della presenza di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (FER, in particolare fotovoltaico, agrifotovoltaico, eolico on-shore ed off-shore) in Puglia. La mappa è stata resa pubblica in un parere, negativo, della Soprintendenza speciale per il PNRR su un progetto di impianto eolico off-shore nel golfo di Manfredonia la cui procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA) è in corso presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Un impianto la cui descrizione rende bene lo scenario nel quale si troverà, già per buona parte si trova, la Puglia: il progetto partiva da 85 aerogeneratori da 4 megawatt (MW) con diametro del rotore di 130 metri e torri alte tra i 90 ed i 100 metri; la Soprintendenza PNRR si è espressa una prima volta con parere negativo. La società proponente ha modificato il progetto passando dagli 85 aerogeneratori da 4 MW a 68 aerogeneratori da 15-16 MW ciascuno con diametro del rotore pari a 236 metri e torri alte 160 metri. Il tutto per un totale di potenza pari a poco meno di 1,1 gigawatt (GW). La Soprintendenza ha ribadito il parere negativo.
Un po’ di dati
Per capirci, l’aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) fissa per l’Italia a 2,1 GW di potenza da impianti off-shore l’obiettivo di decarbonizzazione al 2030. Ma nel periodo 2021-2024 sono stati presentati al Ministero dell’Ambiente 82 progetti di eolico off-shore nei mari italiani e le proposte di impianti di fronte alle coste pugliesi raggiungono una potenza complessiva di circa 27,5 GW, oltre 10 volte l’obiettivo nazionale. Un progetto previsto al largo di Otranto occuperebbe da solo 175 kmq di mare Adriatico. Nel caso in cui il MiC esprima il parere negativo, come per l’impianto proposto al largo di Manfredonia, la questione viene rimessa al Consiglio dei Ministri che si deve esprimere definitivamente. E finora il governo ha dato il via libera a tutti gli impianti di rinnovabili che gli sono stati sottoposti. Il problema è che alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sono depositati oltre 1.500 progetti.
Progetti sovrapposti ed assenza di pianificazione
Quel che sta emergendo in modo preoccupante è che gli impianti FER a terra ormai si sovrappongono per cui, sempre in Puglia, non sono rari i casi in cui impianti fotovoltaici risultano contigui ad impianti eolici tanto da determinare pericolo per l’incolumità pubblica oltre che per gli impianti stessi. A mare la situazione non è molto diversa. Di fronte alle coste pugliesi si sta sviluppando una cortina di acciaio dalla testa del Gargano fino alla punta di Leuca nel Mar Adriatico, proseguendo nel Mar Jonio. Gli ecosistemi marini saranno fortemente condizionati così come le attività di pesca. Per non parlare delle questioni legali internazionali che stanno sorgendo e sorgeranno a causa delle prossimità di impianti italiani in Adriatico e nel Mediterraneo con quelli di Paesi transfrontalieri sui confini delle acque internazionali rivendicati da ciascuno. Il tutto causato dal fatto che la maggiore distanza dalle coste attenua l’impatto paesaggistico. Resta comunque irrisolto il problema legato all’intermittenza della produzione energetica degli impianti FER (se c’è vento gli aerogeneratori producono ed altrettanto fanno gli specchi fotovoltaici se c’è sole), considerato che gli impianti di accumulo industriale hanno ad oggi costi enormi e necessità di enormi spazi. Eppoi, l’assenza ormai immotivata di pianificazione energetica regionale fa il resto. In Puglia la questione energetica con le rinnovabili sembra essere del tutto sfuggita di mano, basta vedere la mappa che pubblichiamo.