Il quotidiano britannico The Guardian cita uno studio dell’International Fund for Animal Welfare: in commercio 12.000 articoli del valore di 4 milioni di dollari, inclusi avorio, oranghi vivi ed un numero enorme di rettili ed uccelli. Chissà quali sono i dati in Italia…
La vendita online di animali selvatici a rischio e in via di estinzione è diffusa in tutta Europa. Lo afferma The Guardian in un articolo pubblicato oggi a firma di Damian Carrington.
I ricercatori del Fondo internazionale per il benessere degli animali (Ifaw) hanno trascorso sei settimane a tracciare annunci su 100 mercati online in quattro paesi: Regno Unito, Germania, Francia e Russia. Hanno trovato più di 5.000 annunci che offrono la vendita di quasi 12.000 articoli, per un valore totale di 4 milioni di dollari (circa 3 milioni di sterline, poco più di 3,4 milioni di Euro). Tutti gli esemplari riguardano specie il cui commercio è limitato o vietato dalla Convenzione globale sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).
I gruppi hanno analizzato i mercati online tra cui eBay, Gumtree e Preloved ed i risultati della ricerca attestano un miglioramento rispetto al precedente rapporto Ifaw del 2014. A marzo 21 giganti della tecnologia tra cui Google, eBay, Etsy, Facebook e Instagram sono entrati a far parte della Global Coalition to End Wildlife Trafficking Online e si sono impegnati a ridurre dell’80% il commercio illegale online di specie minacciate entro il 2020.
«È bello vedere che stiamo facendo davvero notevoli progressi nel distruggere e smantellare il commercio», ha detto Tania McCrea-Steele dell’Ifaw. «Ma la scala di grandezza del commercio è ancora enorme».
Almeno il 20% delle pubblicità ha riguardato l’avorio e, mentre il valore è diminuito in modo significativo nel Regno Unito ed in Francia, si è registrata un’impennata in Germania dove i commercianti online hanno sviluppato nuove parole in codice per mascherare le vendite. Dai Balcani, invece, in vendita specie troglofile di insetti come Anophthalmus hitleri.
«È una guerra di logoramento e non possiamo mai abbassare la guardia», ha detto McCrea-Steele. Il Regno Unito sta attuando un divieto più rigoroso sulle vendite di avorio mentre l’UE è sotto pressione da parte delle Nazioni africane per seguire l’esempio.
I rettili rappresentano il gruppo maggiore, con il 37% delle pubblicità, con notevoli offerte di vendita di tartarughe anche vive. Gli uccelli in via di estinzione costituiscono il 31% delle pubblicità con i pappagalli tra i più pubblicizzati, ma vengono offerti anche quasi 500 gufi e 350 rapaci.
La maggior parte delle pubblicità di grandi animali vivi sono state trovate in Russia, dove i grandi felini e gli orsi sono considerati da alcuni come status symbol. Leopardi, ghepardi e giaguari sono tutti offerti in vendita in Russia, così come più di 130 primati vivi, tra cui oranghi, lemuri e gibboni. Tuttavia, sette primati vivi sono stati trovati anche in pubblicità nel Regno Unito ed una pubblicità di orso vivo in vendita è stata trovata in Germania. Le offerte di vendita più comuni nel Regno Unito sono pelli di grandi felini (leoni, tigri e leopardi), così come pelli di orso polare.
Alcune specie in via di estinzione possono essere legalmente commercializzate, ad esempio se vengono allevate in cattività. Ma spesso è difficile dire quali vendite sono legali, in quanto poche pubblicità forniscono informazioni sufficienti come i numeri dei certificati. «Il commercio legale può servire da copertura per il commercio illegale», ha avvertito McCrea-Steele.
I ricercatori dell’Ifaw hanno selezionato 327 delle pubblicità che sono apparse più chiaramente illegali e hanno condiviso le informazioni con le Autorità CITES. McCrea-Steele ha affermato che il commercio di animali selvatici online è diventato un grande business: «Ho visto immagini di alcune indagini in cui glia genti di polizia entrano in una stanza di qualcuno che hanno identificato come commerciante online ed hanno trovato parti di corpi di animali dal pavimento al soffitto e da parete a parete – stanze della morte profondamente inquietanti».