Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 05 febbraio 2023
di Fabio Modesti
Bosco verticale per una città supina? Verrebbe facile la battuta ed in parte c’azzecca. Qualche tempo fa è stato presentato, con grande clamore, il progetto della prossima realizzazione di un edificio di otto piani progettato dall’”archistar” Stefano Boeri sul modello di quello chiamato “bosco verticale” realizzato nella zona del Portello a Milano. Domani Boeri sarà a Bari, ospite del Politecnico e del Comune per parlare di “ossessione verde”, tenendo una lectio magistralis su “integrazione tra natura vivente ed architettura”. Ormai sulla bocca di tutti, soprattutto di coloro che con i cicli biologici di piante e di animali non hanno mai avuto a che fare, il “green” e l’immancabile “sostenibilità ambientale” vanno sempre più di moda. Anche nella città ormai oleograficamente rappresentata nella serie TV di “Lolita Lobosco”, sorgerà un bel bosco verticale ché ormai di quelli orizzontali non importa nulla a nessuno; infatti se ne piantano di nuovi, con tutti i soldi che ci sono per farlo, destinandoli ad un futuro oscuro. E se tanto mi dà tanto, se Milano avesse il mare sarebbe una piccola Bari, il costo a metro quadro dei 130 appartamenti su 8 piani sarà a livelli meneghini. Laddove dovrebbe sorgere questo edificio, che non ha nulla di nuovo se paragonato ai giardini pensili di molti antichi palazzi patrizi se non le altezze – di cui parleremo dopo -, soffia forte il maestrale e le navi, assieme ai camion in manovra, dal porto spargono polveri sottili a iosa. Sarà vita dura per quelle piante anche sotto il torrido sole che almeno da maggio inizia a sparare i suoi dardi. È interessante anche ricordare la storia recente (ma mica tanto, risale al 2000-2002, Sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia) dell’area sul lungomare Vittorio Veneto dove dovrebbe sorgere il nostrano bosco verticale. Appartenuta alla società Ferrotramviaria, è stata oggetto di accordo di programma (approvato nel 2010 e convenzionato nel 2012, Sindaco Michele Emiliano) con il Comune di Bari insieme ad altre aree. Ferrotramviaria ha ceduto al Comune alcune superfici ed avrebbe dovuto realizzare una scuola materna, mentre il Comune ha consentito, mediante variante urbanistica, la realizzazione di cubature per attività terziarie con facoltà di alienazione. E così è stato per quest’ultimo punto. Nel 2021 il Consiglio comunale ha modificato l’altezza dell’edificio che è passata da circa 21 metri a quasi 30 metri per riuscire a realizzare tutte le cubature utili. Così il bosco verticale sarà realizzato da una nota impresa edile altamurana. E questo è un altro elemento da osservare. A Bari ormai quasi non c’è cantiere che non sia di società di quella parte della provincia di Bari. Altamura in testa. I costruttori baresi sembrano essere rimasti a bocca asciutta da tempo tra Piano casa, accordi di programma e così via. Mentre si attende che il nuovo piano urbanistico riprenda il viaggio interrotto inspiegabilmente da tanti anni fa, la città di Lolita Lobosco si tinge del suo noir alle orecchiettee di un falso verde.