La spinta verso un’agricoltura orientata all’incremento della produttività non può ancora vestire i panni della sostenibilità. Nei Paesi a basso e medio reddito all’aumentare del benessere umano, non solo economico, corrisponde ancora una perdita secca di servizi ecosistemici e di biodiversità. In Europa la Politica Agricola Comune ha lo stesso effetto. Ma PIL e redditi crescono comunque…
Uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori guidati dalla danese Laura Vang Rasmussen del Dipartimento di Geoscienze and Gestione delle Risorse Naturali dell’Università di Copenhagen, suggerisce che i risultati socio-ecologici combinati ad una maggiore intensificazione agricola non sono così positivi come previsto.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Sustainibility, afferma che l’intensificazione “sostenibile” dell’agricoltura è vista da molti, in campo scientifico e politico, come una strategia di punta per aiutare a soddisfare gli impegni globali sociali ed ecologici – come porre fine alla fame e proteggere la biodiversità – come stabilito negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite e nell’Accordo sul clima di Parigi. L’articolo, affermano gli autori, è il primo a sintetizzare le attuali conoscenze su come l’intensificazione dell’agricoltura influisce sia sull’ambiente che sul benessere umano nei Paesi a basso e medio reddito. Abbiamo scoperto che l’intensificazione non può essere considerata un semplice “progetto” per ottenere risultati socio-ecologici positivi, poiché solo una minoranza di casi esistenti di intensificazione agricola sta soddisfacendo sia le misure sociali che quelle ecologiche di sostenibilità.
L’alleviamento della povertà e la conservazione dell’ambiente sono attività collegate. Tuttavia, molte decisioni relative all’intensificazione dell’agricoltura – definite in generale come attività volte ad aumentare la produttività o la redditività di una determinata superficie di terreno agricolo – sono prese senza considerare possibili compromessi tra risultati sociali ed ecologici. Questo è preoccupante in quanto i guadagni nei risultati sociali potrebbero, ad esempio, accadere a spese dell’ambiente. Ma ciò che è forse ancora più preoccupante è che, dopo molti anni di difesa dell’intensificazione agricola sostenibile, sembra che ci siano prove molto limitate sulle condizioni che supportano i suoi risultati socio-ecologici positivi. Per colmare questa lacuna di conoscenze e come parte del programma di ricerca del Regno Unito Ecosystem Services for Alleviation Poverty (ESPA), il gruppo di ricercatori ha condotto una revisione di tutti gli studi esistenti che contengono prove degli effetti sia sul benessere che sui servizi ecosistemici dell’intensificazione agricola.
Al termine dell’analisi, che comprendeva 60 casi, i risultati erano chiari ma allarmanti. Di tutti i casi analizzati, solo 10 sono stati classificati come portatori di “risultati vantaggiosi per entrambe le parti”, definiti da misure positive sia per il benessere umano che per i risultati dei servizi ecosistemici. In molti casi, l’intensificazione ha portato a risultati negativi per almeno uno dei servizi ecosistemici che supportano la produttività sostenuta nel lungo periodo. Ad esempio, l’intensificazione agricola può contribuire ad aumentare i redditi locali medi attraverso una produzione agricola più elevata, ma al costo della perdita di biodiversità.
L’analisi, proseguono gli autori, presenta un primo importante passo verso l’esplicitazione di questi trade-off e una migliore comprensione della sfida da definire per perseguire un’intensificazione sostenibile. Tuttavia, l’analisi ha anche rivelato che, al momento, gli studi scientifici raramente misurano la gamma di risultati necessari per ottenere un quadro completo dei compromessi necessari e quindi mancano prove sufficienti per stabilire se e come l’intensificazione agricola può contribuire a sostenere il benessere umano e i servizi ecosistemici. Ad esempio, lo studio del benessere umano è stato nella maggior parte dei casi limitato a misure di reddito, con quasi nessuna ricerca che combini i risultati del servizio ecosistemico con altri elementi costituenti del benessere come la sicurezza del sostentamento, l’istruzione, la salute o i diritti di proprietà. Ciò
riguarda il fatto che il benessere si estende ben oltre il benessere economico e deve essere compreso in modi molto più completi. L’analisi ha anche riscontrato che solo pochi studi hanno riportato l’equità distributiva dei risultati del benessere. Ciò ha consentito di rilevare che i più poveri sono spesso danneggiati in modo sproporzionato dalle perdite di servizi ecosistemici e pertanto il gruppo di ricercatori ritiene vitale che la ricerca futura tenga in considerazione le dimensioni equitative dei risultati socio-ecologici ed in particolare i percorsi verso la riduzione della povertà.
Lo stesso gruppo di ricercatori è convinto che il passo successivo sia esaminare le relazioni causali tra guadagni e perdite nei diversi servizi ecosistemici e le molteplici dimensioni del benessere, poiché la maggior parte dei casi non ha preso in considerazione questi aspetti. Comprendendo meglio le relazioni causali sottese ai costi ed alle opportunità socio-ecologici, si potrebbe comprendere se e come l’intensificazione agricola possa contribuire alla riduzione della povertà senza compromettere gli ecosistemi.