Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 08 marzo 2024, pag. 1
di Fabio Modesti
A dire di Legambiente il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sarebbe colpevole di non aver mai detto una parola, sottinteso “buona”, sulle rinnovabili. E sarebbe colpa del suo dicastero, attraverso le Soprintendenze, compresa quella unica nazionale che si occupa della compatibilità dei progetti finanziati dal PNRR con le tutele paesaggistiche, se l’installazione di impianti per la produzione – industriale – di energia da fonti rinnovabili (Fer) non decolla come dovrebbe. Contro la posizione di Legambiente si sono schierate altre importanti associazioni ambientaliste a cominciare da Italia Nostra. Legambiente chiede, quindi, deroghe ulteriori alla già martoriata normativa di tutela del paesaggio che risponde ai dettati dell’articolo 9 della Costituzione della Repubblica italiana dove ora convivono però, con le modifiche apportate nel 2022, quella tutela e la non meglio specificata tutela dell’”ambiente” che porta con sé pure lo sviluppo delle rinnovabili nella titanica ed impari “lotta contro” i cambiamenti climatici. Benedetto Croce, padre costituente promotore della norma costituzionale originaria, di cui Sangiuliano è cultore, si sta ancora rivoltando nella tomba. E tuttavia, lo sviluppo delle rinnovabili in Puglia (in particolare eolico on-shore ed off-shore e fotovoltaico) non riesce a migliorare la situazione delle emissioni di CO2 nei vari settori economici. Lo dimostra il database “Ciro” elaborato da Italy for Climate presentato nei giorni scorsi. La Puglia è la seconda regione d’Italia per potenza installata di impianti Fer ma, al contempo, è agli ultimi posti per consumo di energia rinnovabile. Cioè, com’è accaduto per gli impianti energetici tradizionali alimentati con fonti fossili, la Puglia produce per altri e consuma l’energia più inquinante. Non solo. La decarbonizzazione tanto conclamata non è stata neanche avviata perché la Puglia è ai primi posti per CO2 prodotta in assoluto e per quella prodotta dall’industria. Rinnovabili che salverebbero il mondo sostituendo al 100% le fonti fossili e decarbonizzazione industriale come se fosse a portata di mano, sono le grandi bugie che alimentano il mercato delle rinnovabili dovunque e comunque. E l’assenza di una politica regionale in materia e l’assenza ormai insopportabile di un piano energetico regionale con l’individuazione delle aree non idonee agli impianti di rinnovabili, fanno da tappeto alle bugie ed alle speculazioni energetiche che si consumano in Puglia. Legambiente ne gioisce e pretende sempre di più, il paesaggio pugliese no e pretende più rispetto e meno bugie.