Per arginare gli incendi boschivi, la comunità di Montes de Meira, in Galizia (Spagna occidentale), ha arruolato 130 capre per ridurre la biomassa che potrebbe favorire le fiamme. E sembra che la soluzione sia alquanto efficace. Resta comunque grave il declino della zootecnia ovi-caprina.
Un esercito di 130 capre di razza galiziana ha pattugliato quotidianamente, nell’ultimo anno e mezzo, le montagne del Comune di Meira, circa 1.800 abitanti, in Galizia, con l’unico scopo di prevenire la diffusione di incendi boschivi. Per fare questo non hanno bisogno né di binocolo né di un sistema radio per comunicare; le loro mascelle sono sufficienti e lo prova l’appetito per rami e spine. L’interessante servizio è stato pubblicato sul periodico galiziano La voz de Galicia nei giorni scorsi. «Le capre mangiano tutto, comprese le acacie, che sono una specie invasiva», dice al giornale galiziano il presidente della comunità di Montes de Meira, Javier Fernandez, ancora sorpreso per il successo di questa iniziativa.
L’obiettivo dei membri della comunità è raddoppiare le dimensioni del gregge per accelerare il processo di diserbo delle montagne e anche di consentire introiti per i conti della comunità con la vendita dei capretti. Ma questo potrà accadere nei prossimi anni, perché i capretti ora vanno ad ingrossare le fila di questi peculiari “tosaerba”.
La giornata di lavoro delle capre inizia la mattina presto, guidate da due pastori e alcuni cani, con il gregge fuori del recinto in cui ha passato la notte al riparo dai predatori e con destinazione un terreno di montagna dove il sottobosco prolifera. Le capre non sono veloci come motoseghe, ma svolgono un lavoro molto più dettagliato ed ecologico. «Richiedono il loro tempo, ma il cambiamento è evidente; ci sono aree in cui lerba è stata totalmente rasata» sottolinea Fernández.
L’idea è nata “per necessità e con illusione”, come risultato di una conversazione tra componenti della comunità. Poi visitarono le quattro province della Galizia per conoscere modelli simili e imparare come implementare il progetto. Con le capre nella boscaglia, le possibilità di sfruttamento salgono. Da un lato, il rischio di incendi è ridotto. D’altra parte, i comuneros pianificano già la commercializzazione del fertilizzante prodotto da questi mammiferi affamati, che in futuro saranno utilizzati anche per la produzione di carne. Inoltre, questa specie è in pericolo di estinzione, ma la scommessa di questi comuneros servirà a contribuire alla salvezza della razza galiziana. E se ciò non bastasse, la presenza delle capre sta generando aspettative e i vicini guardano la montagna con occhi diversi. «È uno spettacolo», concludono a Meira.
Tuttavia, questo modello non verrà esportato sulle montagne della cità galiziana di Vigo, dove tre anni fa hanno avuto una brutta esperienza con un gregge a Saiáns. Le capre divorarono la corteccia di molti castagni, rovinando la produzione. «Le pecore sono migliori», preferisce il presidente della Comunità di Montes de Vigo, Uxío González.
Ed in effetti – aggiungiamo noi -, le capre hanno un impatto poco selettivo sul sottobosco, divorando anche la rinnovazione forestale, mentre le pecore si concentrano sul soprassuolo erbaceo. Ma è pur vero che l’alta percentuale di piantagioni di eucalipto (Eucalyptus spp.) in quella parte della Spagna, rende le capre più efficaci nella prevenzione degli incendi boschivi.
La riduzione di bestiame nella zona di Vigo riguarda anche capre e pecore
Se il volume di bovini e delle relative aziende è da dieci anni di caduta inarrestabile, la situazione di capre e pecore non è meno preoccupante. I Comuni tradizionalmente con attività zootecnica (Ponteareas, Salvaterra, As Neves, Redondela, Mos, O Porriño e anche Vigo), hanno visto la popolazione di questi erbivori ridotta di circa il 40%, secondo il censimento dell’Istituto Galiziano di Statistica (IGE). I decrementi più pronunciati si sono verificati nei comuni di Vigo, passato da 360 capi nel 2007 a 220 l’anno scorso; Redondela, dal 222 a 142; Mos, che ora ha 252 capi contro 369 del 2007. Allevatori ed Assessorato alla Ruralità della Galizia, individuano nella mancanza di ricambio generazionale e nella scarsa redditività economica delle aziende agricole le principali cause di perdita di capi allevati. Tuttavia, il censimento IGE rivela qualche sorpresa sotto forma di crescita straordinaria del numero di capi bovini in alcuni territori. A Covelo, il numero è aumentato di cento negli ultimi dieci anni. È l’aumento più importante, anche se Comuni come A Guarda, O Rosal, Cangas, Crecente, Fornelos de Montes e Gondomar hanno visto aumentatre leggermente le popolazioni di capre e pecore.
Dall’Assessorato alla Ruralità si indica un cambio di modello nel sistema zootecnico galiziano: le tante fattorie familiari e di piccole dimensioni lasciano il posto a fattorie meno numerose ma più grandi e professionali.