Il capoluogo pugliese è tra le ultime città nella classifica della dotazione di verde pubblico per abitante. Nella gestione è ancora più in fondo
In copertina, potatura di lecci neanche fossero ulivi in produzione, in pieno centro a Bari puntualmente ad aprile inoltrato, periodo di nidificazione di molte specie di uccelli che li utilizzano per la riproduzione – foto ©Fabio Modesti
di Fabio Modesti
Implacabile, come ogni anno e senza possibilità di ripensamento, ecco la potatura dei poveri lecci (Quercus ilex) lungo corso Cavour a Bari, una delle arterie principali che delimitano il cosiddetto “quadrilatero murattiano”. Una scena che si ripete ogni fine aprile, inizio maggio, in pieno periodo di ripresa vegetativa delle piante, privandola dei nuovi getti e costringendola a produrre nuove gemme, e di avvio della nidificazione di molte specie di uccelli “urbani” tra cui molti passeracei. Nonostante le proteste, il regolamento del Comune di Bari per la gestione del verde continua a prevedere che la potatura delle piante sempreverdi (come il leccio, appunto) debba essere effettuata «dall’autunno alla primavera e comunque secondo l’andamento stagionale, su rami con diametro inferiore a 20 cm». Ora, al di là del fatto che «dall’autunno alla primavera» dovrebbe significare fino all’inizio della primavera, l’andamento stagionale ha visto temperature elevate anche in inverno e poca acqua. In più le piante di leccio sono sotto stress per la presenza di cocciniglia. Intervenire ora, in fase di ripresa vegetativa con gli alberi pieni di foglie nuove, non è il caso. Lo stesso regolamento comunale prevede che «compatibilmente con motivazioni di pubblica sicurezza, gli interventi di potatura non vanno eseguiti in presenza di uova o nidiacei»; non vi sono motivi di sicurezza pubblica ma, soprattutto, chi ha certificato che non vi sia presenza di uova o nidiacei? L’approccio poco ecologico della gestione del verde urbano barese non contempla il fatto che questo periodo per molte specie urbane di uccelli sia il periodo di preparazione del nido e che, proprio in ragione dell’andamento stagionale, le fasi pre riproduttiva e riproduttiva siano anticipate. C’è una certificazione di zoologo esperto di avifauna selvatica che attesti la circostanza che le potature non hanno impatti in tal senso? Non se ne ha notizia. Saremmo felici di essere smentiti. Sta di fatto che la gestione del verde urbano nella città di Bari è tutta da rifare, tanto più che sono in corso investimenti di forestazione urbana e di nuovi “spazi verdi”, in realtà più grigi di cemento che altro, con fondi del PNRR e non solo.