Corriere del Mezzogiorno del 10 aprile 2024, pag. 1
di Fabio Modesti
La storia è piena di personaggi e momenti cruciali appellati con nomi ormai radicati nell’opinione pubblica. Nomi che si tramandano per inerzia senza correzioni. Uno stigma. È quel che sembra accadere alla legge regionale pugliese n. 36/2023 che, pur riguardando aspetti edilizi ed in particolare la disciplina delle ristrutturazioni edilizie conformando la normativa regionale al Testo Unico nazionale sull’edilizia, continua ad essere appellata “Piano casa”. In realtà, lo sforzo che il consigliere regionale Stefano Lacatena, proponente della legge ed al quale Michele Emiliano ha affidato la patata bollente della politica urbanistica in Puglia, è stato più che commendevole. Lacatena è riuscito a mettere a punto un testo, di stimolo alla rigenerazione urbana, che ha superato quelli succedutisi in nome del “Piano casa” e che notevoli danni hanno provocato alla certezza del diritto ed al territorio pugliese. La legge 36/2023, certamente perfettibile, ha rimesso la palla al centro, per così dire, responsabilizzando le amministrazioni comunali al proprio ruolo di autorità costituzionalmente deputate alla pianificazione urbanistica, così come ha ribadito la Corte costituzionale nelle sentenze che hanno di volta in volta demolito le norme pugliesi sul “Piano casa”. In questi giorni circola la notizia che evidenzierebbe come l’applicazione della legge 36/2023 sia al palo poiché solo tre Comuni pugliesi hanno deliberato le modalità della sua attuazione. Epperò sfugge che solo il 2 aprile scorso sono state pubblicate sul bollettino ufficiale della Regione le modifiche alla stessa legge concordate tra Regione e Ministero della Cultura per scongiurare l’impugnazione da parte del governo davanti alla Consulta. Eventualità che si sarebbe concretizzata a causa degli emendamenti accolti in Consiglio regionale e che, come sempre più spesso accade, avevano modificato in peggio il testo di Lacatena. Ora, quindi, la palla passa ai Consigli comunali che dovranno fare uso accorto e responsabile delle nuove norme. E tuttavia, le traversie per le leggi sul “Piano casa” che la Regione Puglia ha finora adottato, non sono finite. La Corte costituzionale, nonostante l’ingresso nell’ordinamento regionale della legge 36/2023, ha fissato al 16 giugno prossimo l’udienza per discutere l’impugnativa del governo dell’ultima legge pugliese della stagione del “Piano casa”, la n. 20/2022. Una legge che, appunto, seppur superata, ha comunque esplicato effetti in molte città. E ora quelle amministrazioni potrebbero essere responsabili di aver applicato norme notoriamente incostituzionali.