Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 09 dicembre 2023, pagg. 1, 6
di Fabio Modesti
C’è un indicatore, relativo alla città metropolitana di Bari, che colpisce più degli altri nelle valutazioni del Sole sulla qualità della vita. Il tasso di natalità 2022 su 2021 ogni 1.000 abitanti è in calo dell’1,4% ma lo spazio abitativo (superficie media delle abitazioni in metri quadri per componenti medi per famiglia), sempre 2022 su 2021, è aumentato dell’1,1%. Si nasce sempre meno, si costruisce sempre di più. Potrebbe essere un dato marginale ma è purtuttavia rappresentativo di come la provincia barese, con il capoluogo in testa, abbia accumulato più cemento e superficie impermeabilizzata che nuovi nati. E vari sono gli indicatori in cui l’area metropolitana barese non brilla: ricchezza e consumi, giù di 4 posizioni, affari e lavoro, giù addirittura di 52 posizioni con la sensibile riduzione di start-up innovative (-8,3%), ambiente e servizi con un crollo di 25 posizioni e con gli apparentemente contrastanti dati in aumento delle auto circolanti per 100 abitanti (+7,8%) e delle piste ciclabili in metri equivalenti per 100 abitanti (+1,2%) che sanciscono la scarsa utilità di queste ultime. Nei commenti susseguitisi alla pubblicazione della classifica, alcuni Sindaci di città del sud hanno lamentato che tra gli indicatori non fosse stato adeguatamente valorizzato quello del turismo. Come se il turismo sia cosa del tutto slegata, per esempio, dalla dotazione di verde per abitante e dalla presenza di imprese anche innovative. E in realtà questo sta avvenendo molto più a Bari che a Napoli, ad esempio. Nel capoluogo pugliese, che continuiamo ad avere difficoltà a definire “città turistica”, il boom turistico di questi ultimi anni è a sé stante, circoscritto nel quadrilatero murattiano con qualche derivazione semi centrale e non accompagnato da tutto quel che rende una città attraente per qualità della vita. Infatti, la provincia di Udine, classificatasi in testa alla classifica del Sole-24 Ore, non è definibile meta turistica eppure ha conquistato il primato per la propria tradizione (asburgica) di tranquillità, di coesione sociale, di dimensione a misura d’uomo, di efficienza dei servizi alla popolazione e di intraprendenza economica evidentemente “sostenibile” al di là degli slogan. Alla pubblicazione della classifica delle province dove si vive meglio, a Bari le forze politiche erano intente a scambiarsi colpi d‘arma bianca per la scelta del candidato Sindaco di Bari, città metropolitana. Noi, evidentemente, ci contentiamo così.