Al momento stai visualizzando Il 14mo Piano e quelle scelte urbanistiche ancora bloccate

Il 14mo Piano e quelle scelte urbanistiche ancora bloccate

Reading Time: 2 minutes

Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 02 novembre 2023, pp. 1-3

di Fabio Modesti

La Giunta regionale pugliese, con il disegno di legge approvato il 30 ottobre scorso, tenta di levare l’àncora dai fondali melmosi del Piano casa. Infatti il provvedimento è titolato “Disciplina regionale degli interventi di ristrutturazione edilizia ai sensi dell’art. 3, co. 1, lett. d) del DPR n. 380/2001”. In pratica si adegua la legislazione regionale alla modifica della definizione di ristrutturazione edilizia apportata al Testo Unico sull’edilizia con il decreto-legge n. 76/2020. Tra le innovazioni legislative quella per la quale l’intervento di ristrutturazione degli edifici «può prevedere altresì, nei soli casi espressamente previsti dalla legislazione vigente o dagli strumenti urbanistici comunali, incrementi di volumetria anche per promuovere interventi di rigenerazione urbana». Forse non c’era per ora altro modo di togliersi di mezzo le leggi pugliesi, sul Piano casa (poi Eco casa). Tutto bene, quindi? Si può di certo dire che il testo approvato dalla Giunta regionale riporta il pallino delle scelte nelle mani delle amministrazioni comunali che dovranno deliberare nei propri Consigli dove – nelle zone B e C dei piani regolatori ma anche nelle aree agricole che non saranno, pertanto, fatte salve – e come concedere gli incentivi volumetrici nel rispetto delle norme del Piano paesaggistico (Pptr) e senza derogare agli standard urbanistici stabiliti dalle norme del 1968. Evitando di scendere nello specifico tecnico del disegno di legge, che affronterà il difficile esame nella Commissione consiliare competente e nell’Aula del Consiglio regionale, si può ragionevolmente prevedere che la tentazione di modificarlo soddisfacendo le varie richieste che perverranno ai consiglieri regionali, c’è già eccome. I punti di forza del testo sono, come detto, il riportare nei Consigli comunali i destini di parti dei territori costruiti per rigenerarli urbanisticamente ed un quadro normativo sicuramente meno scivoloso di quello del Piano casa-Eco casa. Tra i punti di debolezza, non aver voluto legare le premialità volumetriche alla capacità/volontà di pianificazione urbanistica comunale, non aver voluto rendere obbligatori gli impegni di edilizia sociale in capo a chi usufruisce dei benefici volumetrici e non aver disciplinato con chiarezza l’eventuale delocalizzazione perequativa degli interventi. Ma resta forte il rumore di fondo delle scelte non fatte in materia di legislazione e di pianificazione urbanistica comunale, da troppo tempo in attesa d’essere affrontata. E così gli sforzi fatti per superare il Piano casa-Eco casa sembrano ben poca cosa.

Lascia un commento