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Ibridi ma neanche più di tanto. Vita da gatti selvatici nel Gargano

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Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 02 novembre 2022, pag. 7

di Fabio Modesti

È il più elusivo tra i selvatici, è un predatore eccezionale ed è il principe dei boschi. Il gatto selvatico (Felis silvetris) ha avuto in Puglia una storia tormentata come, del resto, in tutta Italia ed in tutta Europa. Presente nelle foreste di faggio del promontorio del Gargano, in quelle dei Monti Dauni e nei boschi di querce dell’Alta Murgia, la sua presenza è accertata ancora oggi. Nella memoria di chi scrive resta il racconto della cattura di un esemplare negli anni ’70 del secolo scorso da parte di alcuni ragazzi che frequentavano i boschi tra Toritto ed Altamura in provincia di Bari. Ed ancora, la sua presenza rilevata da fototrappole piazzate nei boschi nord orientali del parco nazionale dell’Alta Murgia qualche anno fa. Oggi la situazione delle popolazioni di gatto selvatico è stabile. La minaccia più rilevante, oltre alla morte di esemplari dovuta all’attraversamento di arterie stradali ed all’avvelenamento, è quella dell’ibridazione con il gatto domestico (Felis catus). Un recentissimo studio condotto nel parco nazionale del Gargano dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, scaricabile a pagamento all’indirizzo web https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/mammalia-2021-0125/html – autori Lorenzo Gaudiano, Giuseppe Corriero, Margherita Villani e Stefano Anile -, ne ha evidenziato la portata attraverso il fototrappolaggio, ossia la cattura di immagini senza disturbo umano. Sono state campionate immagini raccolte in 540 giorni da 20 stazioni diverse. Sono stati fotografati 10 individui di cui 6 sicuramente di gatto selvatico e 4 di possibili ibridi. «La rilevazione degli individui selvatici – spiega Lorenzo Gaudiano – è avvenuta in base alla caratterizzazione del modello disegno-colore e nello specifico all’analisi della sua disposizione nelle zone cervicale-occipitale, scapolare, del dorso e della coda. La distinzione degli “ibridi” di prima o seconda generazione può creare invece problemi a livello delle caratteristiche esterne, soprattutto del mantello, rendendo la situazione ancora più complessa».La densità di popolazione è stata stimata in 0,34 ± 0,15 gatti selvatici/km2. La proporzione di presunti ibridi indica un allarmante livello di ibridazione per la popolazione garganica. Ma un’indagine scientifica condotta con il solo metodo del fototrappolaggio necessita di ulteriori verifiche di carattere genetico. «Occorrono anni di esperienza e uno spiccato spirito di osservazione per elaborare ipotesi relative all’introgressione di geni domestici nel patrimonio genetico selvatico basandosi sui caratteri fenotipici – spiega Giuseppe Corriero -. In tal senso, seppur con non poche difficoltà legate all’elusività della specie, solo la genetica ed alcune analisi invasive, realizzabili su individui deceduti ed integri, possono confutare tali supposizioni». In ogni caso aver accertato la presenza del principe dei boschi nel parco nazionale del Gargano è sintomo di buona condizione ecologica di quei territori. Ma come evitare che le ibridazioni abbiano il sopravvento sulla popolazione selvatica? «I gatti sono animali che amano esplorare il territorio. Ma lasciare gatti di casa liberi di circolare in ecosistemi sensibili – ci dicono Margherita Villani e Stefano Anile – comporta una serie di conseguenze nocive per la popolazione selvatica, quali appunto ibridazione, competizione per le prede e trasmissione di malattie infettive dalla popolazione domestica a quella selvatica».Tocca ora all’ente parco nazionale del Gargano proseguire l’indagine sulla presenza del gatto selvatico nelle sue foreste e, magari, costruire una rete di rilevazione e di monitoraggio assieme ad altre aree protette nazionali e regionali. Un progetto di conoscenza e di gestione della specie e dei suoi habitat che finalmente farebbe battere un colpo alla tutela degli ecosistemi, affrancandosi dalle ormai sempre più stucchevoli litanie sulla promozione di uno sviluppo sostenibile ben lungi dall’essere tale.

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