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Ambiente ideale per doppiopesisti

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Corriere del Mezzogiorno del 20 gennaio 2022

di Fabio Modesti

Un vecchio dirigente della Regione Puglia spiegava, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, come per lui le valutazioni ambientali fossero simili alla pelle degli organi riproduttivi maschili della nostra specie. Si adatta alle condizioni ambientali e soprattutto politiche. Prendiamo il caso, recentemente richiamato dalla Corte di Giustizia europea, delle valutazioni ambientali degli impatti cumulativi derivanti da prospezioni petrolifere rilasciate alla medesima società. Dice la Corte di Giustizia nella sentenza del 13 gennaio scorso che ha dato torto alla Regione Puglia in materia di prospezioni petrolifere, che «nell’ambito della valutazione dell’impatto ambientale, occorre tenere conto dell’effetto cumulativo dei progetti che possono avere un impatto notevole sull’ambiente presentati da tale operatore nelle sue domande di autorizzazione alla ricerca di idrocarburi». Ma questo è già previsto dalle norme comunitarie, nazionali e regionali sulle valutazioni ambientali. Eppure chi ha proposto ricorso alla Corte UE, perdendo, ha esultato. Quella statuizione, però, non fa che ribadire un principio fondamentale delle valutazioni di impatto che un piano o un progetto può avere sull’ambiente, cioè verificare se con essi interagiscano ulteriori impatti derivanti da altri piani o da altri progetti. Tuttavia, sembra che questo basilare principio venga nei fatti eluso se non calpestato. A mo’ di esempio, e per stare sulla cronaca dei fatti pugliesi, prendiamo il caso del progetto del famoso resort nei trulletti che si vorrebbe realizzare a Costa Ripagnola (Polignano a Mare), quello per cui la Procura della Repubblica di Bari ha disposto il dissequestro dell’area interessata tenendo però bloccata di fatto la realizzazione delle opere dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato buona parte della legge regionale che ha istituito l’omonimo parco. Il progetto presentato a finanziamento del FESR Puglia 2014-2020 per il turismo, risorse UE, ammonta a 5 milioni di euro di cui 2,5 milioni a carico del privato (Serim). Prevede la realizzazione di un albergo a 5 stelle a monte della statale 16 ed, appunto, il resort nei trulletti a valle della statale, funzionalmente collegato all’albergo. Il progetto è quindi unico e come tale è stato ammesso a finanziamento. Ma, incomprensibilmente, la valutazione di impatto ambientale (VIA) ha riguardato soltanto il resort a valle e non anche l’albergo a monte. E l’autorità competente che ha condotto il procedimento di VIA era la stessa che aveva dichiarato l’intero progetto compatibile con le normative ambientali europee. Né sono stati valutati congiuntamente, per determinarne eventuali impatti cumulativi, altri progetti immobiliari-turistici contigui pur presentati ed approvati. La valutazione alla fine è stata favorevole al resort. Aveva forse ragione, quindi, il vecchio amico dirigente regionale scettico sull’efficacia delle valutazioni ambientali nel nostro contesto.

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