Il disegno di legge per l’istituzione del Parco regionale è all’esame della V Commissione consiliare e poi andrà in Aula. Il Comune di Polignano affida un incarico da oltre 15mila Euro per un ricorso al TAR contro il ddl: sembra più un’intimidazione che altro. Intanto gli uffici regionali mettono in fila gli elementi che potrebbero portare all’annullamento dell’autorizzazione a SERIM (la Repubblica-Bari 13 giugno 2020)
lcune novità nel caso dell’istituendo Parco regionale di Costa Ripagnola. La prima è che qualcosa comincia a muoversi seriamente nell’amministrazione regionale per riesaminare l’autorizzazione in favore del progetto presentato dalla SERIM. Una nota inviata qualche giorno fa al Comune di Polignano a Mare dal dipartimento Ecologia e Paesaggio e della Sezione Tutela del paesaggio della Regione, pone le basi per la possibile adozione di un provvedimento di annullamento in autotutela dell’autorizzazione rilasciata nel marzo 2019. In sintesi, si ammette che la stessa Regione ha rilasciato le autorizzazioni sulla base di errori di valutazione e di erronee rappresentazioni della realtà dei luoghi. In particolare, al momento della valutazione del progetto la Regione non ha avuto a disposizione elementi di conoscenza relativi al tombamento di una lama, sfuggiti anche all’Autorità di Bacino, sopraggiunti solo in seguito. Così come non era a conoscenza di «modificazioni radicali del territorio» evidenziate dalla Soprintendenza ai beni ambientali e paesaggistici di Bari sin dal 2003. Lo stesso Piano Paesaggistico regionale non ha registrato queste trasformazioni perché avvenute prima che i rilievi aerofotografici e cartografici per il Piano fossero compiuti tra il 2006 ed il 2007.
Il Comune tenta il ricorso al TAR
Ora ci si attende il riscontro del Comune di Polignano a Mare dove, sembra, sia in corso un avvicendamento non tranquillo della dirigenza tecnica che dovrebbe formulare la risposta. La seconda novità, è che lo stesso Comune ha conferito all’avvocato Vittorio Triggiani di Bari un incarico da oltre 15mila Euro per impugnare dinanzi al TAR il disegno di legge istitutivo del Parco. Ma i precedenti non sono positivi per chi impugna, ammesso che si sia nei termini per farlo. All’inizio dello scorso decennio un ex magistrato del TAR, proprietario di suoli nell’allora istituenda riserva regionale del litorale tarantino orientale, tentò la stessa strada e il TAR dichiarò il ricorso improcedibile. La Corte Costituzionale, poi, con una famosa sentenza del 2008 (la n. 241), confermò la legittimità delle procedure previste dalla legge regionale del 1997 sulle aree protette. Ultimo aggiornamento è l’andamento lento del disegno di legge istitutivo del parco regionale di Ripagnola. Tra ulteriori audizioni e discussione in Commissione, quest’ultima potrà forse licenziare il testo entro questo mese. L’assessore Pisicchio ha annunciato emendamenti che, quasi sicuramente, riguarderanno alcune aree interessate da proposte di piani di lottizzazione per le quali da decenni i proprietari pagano l’IMU per quella destinazione urbanistica. Gli emendamenti potrebbero normativamente fare salve quelle destinazioni oppure “mutilare” il parco stralciandole fisicamente dai suoi confini. Toccherà poi all’Aula consiliare decidere se approvare l’istituzione del parco oppure “buttare la palla in tribuna” e rinviare tutto, se si vorrà, alla prossima legislatura. L’approssimarsi delle elezioni regionali a settembre determina la conclusione dell’attuale a fine luglio o all’inizio di agosto. La peggio pare debba averla il Parco e la sua integrità territoriale. Forse, almeno questo, si poteva evitare con una proposta più ponderata.
Fabio Modesti