Nella culla della libertà, lo Stato Federale tutela la prateria ed infligge 3+2 anni di carcere a chi ha incendiato l’erba per favorire il pascolo.
La storia dei Bundy Brothers.
Agricoltori e allevatori contro la biodiversità? Di seguito una lettura liberista e libertaria di Gemma Mantovani (@gemma_mantovani) dal blog dell’Istituto Bruno Leoni (@istbrunoleoni)
I Bundy brothers |
Il Malheur National Wildlife Refuge vicino Burns, Oregon (USA). Un piccolo gruppo armato lo ha occupato sin dal 2 gennaio scorso per protestare contro la politica di uso del suolo federale. |
In ogni caso, i fratelli Bundy si sono asserragliati in segno di solidarietà e protesta per una pena inflitta agli amici agricoltori che si difendono dicendo che hanno bruciato per prevenire l’invasione di erbe ed arbusti nocivi, mentre la pubblica accusa sostiene che lo hanno fatto per cancellare le prove della caccia illegale ai cervi sul territorio federale. Il territorio dell’Oregon è infatti per la metà gestito e nelle mani dello Stato federale. Ed è questo il vero oggetto del contendere. Ma la pena inflitta appare severissima, smodata, ingiusta, un attentato ai diritti umani: cinque lunghi anni di carcere (e negli Stati Uniti si scontano tutti dal primo all’ultimo) per aver bruciato sterpaglie sul suolo del “federale oppressor”. I movimenti per i diritti civili americani dovrebbero intervenire se non fosse che i circa 300 “miliziani” accorsi in sostegno ai fratelli Bundy non sono proprio “politically correct”: sono tutti quanti legalmente armati e lontanissimi dai “posh&cool” occupanti newyorkesi di Wall Street.
La partita è complessa ed intrigante, anche vista da un osservatorio come il nostro Paese nel quale alcuni attivisti/indipendentisti sono stati incarcerati per anni e, a non molti anni di distanza da un certo radicamento ideale e politico delle loro ragioni di fondo, ci viene oggi detto che era un abbaglio, tutto sbagliato, tutto da rifare e si deve ritornare al centralismo statale. Come i nostri veneti vennero considerati pericolosi eversivi per essersi opposti allo Stato ed al mito della nostra unità nazionale, così i fratelli dell’Oregon hanno ricevuto accuse di vero e proprio terrorismo: davvero una bestemmia se si pensa all’entità ed alle radici dei recenti fatti che hanno sconvolto il mondo. Ma quando lo Stato si arrabbia gioca pesante e la belva diventa ferocissima, purtroppo molto meno a tutela dei suoi figli, di quanto lo sia, invece, quando i figli rivendicano la loro libertà. Per quanto gli occupanti dell’Oregon siano brutti sporchi e cattivi, non esistono ragioni che legittimino uno Stato ad imprigionare per ben cinque anni di vita per reati del genere: nessun pascolo, nessun arbusto vale la libertà degli uomini. Tanto più nella Land of the free.