Porto Selvaggio, concentrato di storia millenaria da salvare

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(Natura fuori porta la Repubblica – Bari 18 febbraio 2020)

 

Palude del Capitano nel Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano (Foto Sergio Fai)

 

«Si chiuse con due fucilate e resta ancora da assodare se a sparare fu “lu Pippi” o i carabinieri. Due fucilate che passarono una dopo l’altra, ad un paio di metri da Vittorio Bodini… Era notte inoltrata. Pensavamo che quella terribile giornata di quel non meno terribile dicembre 1950 finalmente si chiudesse e buon per noi com’era andata.». “Saccheggio” i ricordi di mio padre, Giovanni, raccolti nel volume “Puglia anni ’50-Cronache”, per questa puntata della rubrica dedicata al territorio dell’Arneo. Nel 1950, lì, terreni paludosi, di steppa mediterranea e di incolti, si sviluppò una delle più vaste manifestazioni bracciantili contro il latifondismo. Quella parte d’Arneo è in territorio di Nardò e “lu Pippi” non è l’attuale Sindaco Pippi Mellone, ma un amico di Vittorio Bodini. Quest’ultimo, con mio padre – inviato di “Paese Sera” -, raccontava quelle vicende per la rivista “Omnibus”. Vent’anni dopo la pubblicazione del libro (introvabile e da rieditare), chiusi per la Regione Puglia l’accordo con il Comune di Nardò per ampliare il parco naturale attrezzato di Porto Selvaggio, istituito nel 1980 ed esteso circa 400 ettari con i quasi 1.000 ettari d’Arneo. Proprio la zona salvatasi dalle quotizzazioni della riforma agraria, con relitti di paludi e di incolti, di steppa e di “spunnulate” (le doline carsiche dovute ai crolli delle volte di grotte emerse). Oggi tutto questo è il parco regionale di Porto Selvaggio e palude del Capitano. Concentrato di storia plurimillenaria e molto più recente, di interessi edilizi speculativi e di omicidi eccellenti, di paesaggi mozzafiato e di giacimenti archeologici da capogiro. Di cui continueremo a parlare.

Fabio Modesti

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