(Natura fuori porta la Repubblica – Bari 28 novembre 2019)
Questo è il periodo migliore per frequentare le lagune che offrono lo spettacolo di uccelli migratori e stanziali di moltissime specie. In Puglia, Lesina e Varano più altre più piccole ma non di minore importanza. La laguna di Lesina ha un fascino insuperabile. Posta sul lato nord del parco nazionale del Gargano, è stata a lungo una delle più produttive per la pesca in Italia. La bassa profondità delle acque e lo scambio regolare – ora compromesso – con il mare attraverso i due canali di Acquarotta e Schiapparo hanno consentito un fiorente allevamento estensivo di anguille, spigole e cefali. Lesina, però, significa soprattutto il suo istmo (detto “bosco isola”) che separa la laguna dal mare. Lungo circa 12 km e largo al massimo 1,5 km, è uno dei luoghi più affascinanti per i naturalisti. Specie endemiche di flora come il cisto di clusio, salvato dall’estinzione con un progetto regionale negli anni ’90, e di fauna come la testuggine palustre, sono accompagnate dalla presenza di fenicotteri rosa, morette tabaccate, folaghe e centinaia di altre specie di trampolieri, anatidi e limicoli. La gestione della laguna e dei suoi scambi con il mare è di vitale importanza per l’economia e per l’ambiente naturale di Lesina. La sua storia antica, con la gestione della pesca da parte del Principe Imperiale ed attraverso gli usi civici, ha decretato a lungo la fortuna della laguna. La caccia sregolata in palude e la realizzazione di orrori urbanistici come Marina di Lesina – che sta inesorabilmente sprofondando nel mare – non hanno oscurato il fascino d’antan di questo meraviglioso angolo di Puglia.
Fabio Modesti