Se la Puglia tornasse la California del Sud?

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Ma in modo diametralmente opposto a quello prospettato negli anni ’80 del secolo scorso, soprattutto in agricoltura. Allora, lì come qui, la corsa era indirizzata verso l’utilizzazione di colture esotiche ed anche idroesigenti, con uso smodato di erbicidi e pesticidi. Oggi, invece, nello Stato americano che è diventato la quinta potenza economica globale, per contrastare le pressioni climatiche e idriche, gli agricoltori tornano alla pratica antichissima dell’inerbimento degli spazi tra i filari di alberi da frutto. E dire che già nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia…

 

 

Questa primavera in California, molti frutteti intorno a Solano e nelle contee vicine, sfoggiano un nuovo look: tappeti rigogliosi di erbe miste crescono fino a 3 piedi (circa 1 metro) sotto i rami spogli degli alberi. Entro l’estate la scena cambierà man mano che gli agricoltori raccolgono le loro noci, ma il lavoro delle erbe continuerà inosservato. 

La copertura del suolo tra le file degli impianti arborei, una tecnica agricola tanto antica quanto rinnegata, sta prendendo piede in California. Utilizzato per migliorare la nutrizione del suolo e migliorare la crescita delle piante, è caduto in disgrazia dopo la seconda guerra mondiale quando la pratica è stata sostituita dall’uso di fertilizzanti chimici. Oggi solo il 5% dei coltivatori californiani la utilizza – ed il 3% in tutti gli USA – ma è probabile che questo rapporto cambi.

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Gli agricoltori hanno utilizzato per millenni piantagioni fuori stagione per costruire il terreno e impedirne l’erosione ed il dilavamento. Come i loro predecessori, i coltivatori di noci e mandorle utilizzano queste colture non stagionali per trattenere l’umidità e fornire habitat.

Gli agricoltori stanno tornando alla pratica dell’inerbimento anche per frenare gli effetti di un clima che cambia. Mentre le condizioni più calde e più secche colpiscono la maggior parte della California, i coltivatori della Central Valley hanno seminato erbe e legumi sotto i loro alberi per aumentare il carbonio e l’azoto nei loro terreni. Al pari  dell’implementazione in California dei nuovi approcci di regolazione delle acque sotterranee, per rispondere alla siccità si stanno testando la capacità delle colture da inerbimento di aumentare la quantità di acqua immagazzinata nel terreno dove crescono noci e verdure.

La gente è seriamente interessata alla provenienza della loro acqua, e pensa anche al carbonio – cose nuove nei termini dei sistemi agricoli nella loro relazione con il mondo“, ha detto Wendy Rash, protezionista californiana che collabora con il Servizio di conservazione delle risorse naturali del Dipartimento dell’Agricoltura.

L’esperienza californiana è descritta nel bell’articolo comparso su Water Deeply, una piattaforma informativa californiana dedicata alla crisi idrica che attanaglia lo “Stato dell’Orso” alla quale contribuiscono giornalisti e tecnologi esperti.

Quel che preme ora sottolineare è che l’esperienza californiana è stata anticipata nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia con un sistema di convenzionamento con le aziende agro-zootecniche su base volontaria, a partire dal 2009 e fino al 2014. Nei frutteti e nei vigneti in produzione l’Ente Parco ha incentivato gli inerbimenti nell’interfila e lo sfalcio, la brucatura animale ovvero il sovescio in primavera inoltrata. Con un contributo economico di 30 Euro/ettaro, la misura ha avuto un discreto successo dimostrandosi di difficile applicazione esclusivamente nei giovani impianti a causa dell’eccessivo ombreggiamento degli astoni. E’ stata incrementata la biodiversità agraria, sono stati favoriti gli insetti pronubi e, comunque, tutta l’entomofauna antagonista, migliorando le condizioni del suolo e riducendo l’erosione del suolo ed i consumi idrici. La superficie del Parco interessata dall’applicazione della misura è stata di circa 200 ettari per un impegno economico assolutamente sostenibile (ca. 6.000 Euro). L’esperienza condotta dal Parco è stata poi utile alla Regione Puglia che dal 2012 ha attivato una misura  analoga (inerbimento di superfici arboree) nel Programma di Sviluppo Rurale (P.S.R.) 2007-2013 con ben maggiori risorse disponibili. Infatti, fronte di un impegno da parte dell’azienda agricola di condurre la pratica dell’inerbimento per 5 anni, il contributo concesso per il primo anno primo anno è stato di 102,00/ettaro e di 57,00/ettaro negli anni successivi.

È intendimento del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dell’Alta Murgia proseguire l’esperienza del convenzionamento per la corretta gestione del territorio. Nel bilancio 2018 ci sono 200.000 Euro da poter utilizzare e che potrebbero essere incrementati se si dovesse rendere necessario. 

 

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