da “Nature” – 27 aprile 2017 – Ewen Callaway
Genomi di ominidi ricavati da residui e sporcizia nelle grotte
Per la prima volta, ricercatori hanno identificato DNA di nostri antichi parenti senza la necessità di trovare le loro ossa, aprendo una nuova finestra sul passato.
Un esempio anche per le ricerche nella grotta di Lamalunga ad Altamura, nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Ossa e denti non sono gli unici modi per conoscere i parenti umani estinti. Per la prima volta, ricercatori hanno recuperato il DNA da un ominide senza avere resti evidenti ma solo i sedimenti dalle grotte in cui essi vivenano. La tecnica apre un nuovo modo di studiare la preistoria. Da sedimenti nelle grotte europee e asiatiche, una squadra guidata dal genetista Viviane Slon e dal biologo molecolare Matthias Meyer, dell’Istituto Max Planck per l’antropologia evolutiva di Lipsia, in Germania, ha sequenziato i genomi di strutture cellulari chiamate mitocondri da Neanderthal e da un altro gruppo di ominidi, i Denisovani. Il loro lavoro è pubblicato su Science. “È emozionante vedere che è possibile ricavare DNA di ominidi da residui organici e sedimenti”, dice Michael Bunce, un biologo evolutivo della Curtin University di Perth, in Australia. Slon e Meyer non sono il primo a decodificare residui organici antichi. Il paleogenetista Eske Willerslev del Museo di Storia Naturale della Danimarca di Copenaghen, ha iniziato quest’approccio nel 2003, per scoprire le piante e gli animali che popolavano gli ambienti preistorici. Utilizzando questa tecnica, lui e la sua squadra hanno rivelato che la Groenlandia era ricca di foreste. Ma Slon e Meyer sono i primi ad usare la tecnica sul DNA di ominidi.
Non è facile isolare il materiale genetico dei popoli antichi dai residui organici. Il DNA è estremamente raro nel terreno rispetto a quello proveniente da piante, animali, funghi e microbi. È anche facile mescolarlo con il DNA dei ricercatori a tutti i livelli, per esempio.Per aumentare le probabilità, il team di Slon e Meyer ha raccolto sedimenti dai siti in cui erano stati trovati strumenti o i resti di Neanderthals o Denisovani. Hanno analizzato sette grotte, tra cui due nella Siberia meridionale. Il team ha analizzato i campioni di sedimenti con tecniche che estraggono il DNA mitocondriale dei mammiferi, che è più abbondante nelle cellule rispetto al DNA del nucleo. Per assicurarsi di non osservare materiale genetico moderno, i ricercatori hanno analizzato solo brevi sequenze con danni chimici tipici dell’antico DNA. Il gruppo ha recuperato, da quattro dei siti, nove genomi mitocondriali di varia completezza degli antichi ominidi. Il DNA di Neanderthal era presente in tutte e quattro le grotte. Sequenze di Denisovani, però, si sono presentate solo in una camera della caverna meridionale siberiana dove resti di un gruppo enigmatico erano stati precedentemente identificati.
Ma quando?