Al lupo!, Al lupo! in Terra di Bari

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Al lupo!, Al lupo! in Terra di Bari

 

Gli attacchi da parte di lupi in provincia di Bari sarebbero ormai all’ordine del giorno. Ma quanti sono? Un esercito? Nessuno lo sa ad eccezione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Il silenzio e l’assenza di Regione e Città Metropolitana

La notizia è stata “bucata” dalle rassegne stampa del settore ambientale, ma quella apparsa su “La Gazzetta del Mezzogiorno” di ieri, 15 agosto, e pubblicata nell’immagine qui sotto, è interessante. Intanto per la dovizia di particolari sull’attacco (impronte certamente di lupo, morso certamente di lupo, tattica certamente di lupo…), confermati da medici veterinari dell’ASL competente. E, tuttavia, non poche domande ci si deve porre di fronte a queste notizie.

In primo luogo, è certo che la presenza del lupo in Terra di Bari si sia affermata nel tempo, almeno a partire dalla fine dell’ultimo decennio del secolo scorso, soprattutto in conseguenza dello sconsiderato e doloso rilascio di cinghiali da parte degli Ambiti Territoriali di Caccia, finanziati da Regione e Province, per il divertimento primitivo di quattro sfaccendati con il fucile che pure, però, per esso pagano le tasse di concessione.

In secondo luogo, la presenza del lupo è stata accertata e certificata come ormai stanziale, sempre in Terra di Bari, nel solo Parco Nazionale dell’Alta Murgia dopo almeno quattro anni di monitoraggio e ricerche scientifiche. Altrove, nulla è stato fatto e non si hanno dati disponibili. Regione e Provincia (ora Città Metropolitana) latitano, per poi vedere l’Assessore competente di turno (sempre quello all’Agricoltura, ovviamente) recriminare ed assicurare che i danni saranno indennizzati (e ci mancherebbe!) e che saranno assunte iniziative (quali? quando? come?).

Poi, le strutture sanitarie veterinarie competenti (ASL) sono formate ed aggiornate per diagnosticare in modo così categorico ciò che studiosi “antichi” della materia non riescono ancora ad assicurare? Nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, i Servizi veterinari territoriali vengono continuamente aggiornati e formati presso l’Ente Parco grazie a protocolli condivisi con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Bari (anche per la Provincia BAT), ma non risulta che altrove si faccia lo stesso.

Infine, due questioni. Come si fa a far rientrare nella cultura pastorale e dell’allevamento il fatto che, in presenza (eventuale) di predatori, è necessario attivare strumenti di prevenzione? Ancora una volta, in Puglia il Parco Nazionale dell’Alta Murgia ha fatto e sta facendo quel che è in primo luogo necessario. Recuperare i cani da pastore abruzzese quale unico deterrente contro i lupi è una delle azioni prioritarie. Altrove in Puglia si fa? No. Addirittura la Regione Puglia non avrebbe inserito un’azione specifica in questo senso nella proposta di P.S.R. 2014-2020 se non l’avesse chiesto formalmente l’Ente Parco, affiancato dalla LIPU!

In ultimo, ed è l’aspetto forse più preoccupante, ricordiamo che nei pressi di Putignano, non lontano dalla zona dell'”attacco” oggetto della notizia di ieri, fu rinvenuta Farinella, il primo ibrido accertato lupo-cane. Quindi, gli attacchi lamentati ben potrebbero essere frutto di branchi di cani rinselvatichiti con alcuni esemplari ibridizzati. Questo si, che è un segnale di rischio.

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