da “A view from the bridge – Blog di www.nature.com” – 16 ottobre 2015 – di Barbara Kiser
L’etica della cattura con le reti per ricerca scientifica
Il fotografo e birdwatcher Todd Forsgren intervistato sul metodo di cattura degli uccelli selvatici per inanellamento e per misurazioni che arricchiscono la conoscenza scientifica finalizzata alla loro protezione.
Molti ornitologi usano reti per catturare brevemente gli uccelli per raccogliere dati chiave o inanellarli prima del rilascio. Il fotografo e birdwatcher Todd Forsgren ha trascorso anni di lavoro con i ricercatori per catturare con le immagini quei momenti, ora raccolti in “Ornithological Photographs” (Daylight Books ed.). Parla dell’etica dell’uso delle reti di cattura, della sfida nel fotografare i colibrì e dei prossimi progetti come fotografare l’impegno per salvare specie a rischio di estinzione.
Tordo usignolo testanera (Catharus mexicanus).
Foto: TODD FORSGREN
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Come fai a fare questi ‘ritratti’, e qual è il tuo preferito?
Fondamentalmente, creo molto rapidamente uno studio fotografico. Ho un panno bianco come sfondo che un assistente tiene dietro l’uccello e un flash con un softbox (accessorio riflettore/diffusore da applicare al flash, n.d.t.) su di esso per creare il giusto tipo di effetti di luce e per “congelare” il movimento degli uccelli. Tutti gli uccelli che ho fotografato sono stati catturati nel corso di ricerche scientifiche ed ho sempre seguito il giudizio dello scienziato: se una specie è troppo sensibile o un esemplare è stato in rete per troppo tempo, non lo fotografo. La mia immagine preferita è quella di un tucano solforato (Ramphastos sulfuratus); è la più mostrata delle immagini, è così colorato e carismatico. L’ho fotografato durante un secondo viaggio in Costa Rica, il mio secondo e ultimo
John James Audubon Colino della Virginia e Poiana spallerosse – Studio ad acquerello |
giorno; non siamo mai riusciti a fotografarne uno durante il primo viaggio. Da giovane, ho visto per la prima volta un Mangiavermi (Helmitheros vermivorum), era così vivace ed è sempre stata una specie importante per me. I Colibrì sono molto frustranti da fotografare perché la profondità di campo è più o meno solo un pollice e loro spesso svolazzano in giro per un bel po’. Devi lavorare molto velocemente. Così, i tre colibrì che ho fotografato sono anche molto speciali.