Nuova area wilderness in Abruzzo

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Iniziativa dell’Associazione Italiana per la Wilderness e del Comune di Castellafiume (AQ)

Nuova area wilderness in Abruzzo

Estesa 215 ettari e denominata “Monti Girifalco e Arezzo”, è già Sito di Interesse Comunitario per il suo valore di biodiversità floro-faunistica ed, in passato, spesso proposta come Riserva Naturale.

 
 
 
 
Grifoni (Gyps fulvus) in pastura. Foto: Francesco Petretti

Il 22 dicembre scorso, anche il Comune di Castellafiume (L’Aquila) ha designato un proprio settore di Area Wilderness, la terza in Abruzzo, Regione dove ha avuto origine l’Associazione Italiana per la Wilderness (a Pescasseroli, nel lontano 1981, ideata e voluta da Franco Zunino, allora tecnico naturalista alle dipendenze del Parco Nazionale d’Abruzzo): vi fu prima il simbolico “paletto” del modesto terreno a Monte Ja’Vuttero di Pescasseroli, donato all’AIW proprio a questo fine; poi il grande settore di Pizzo Deta designato dal Comune di San Vincenzo Valle Roveto (oggi accorpato alla grande Area Wilderness dei Monti Ernici); infine un nuovo simbolico terreno alla Cicerana di Lecce nei Marsi, convenzionato con l’AIW.
Il nuovo settore di Castellafiume è costituito da una porzione centrale del versante meridionale della lunga serra di monti che da Capistrello giunge praticamente integra fino a Tagliacozzo e che al centro ha i Monti Girifalco (1268 metri) ed Arezzo (1279 m). Esteso 215 ettari gode di una tutela quasi integrale (a parte la caccia, che può invece praticarsi liberamente) e viene a salvaguardare un ecosistema demaniale in fase di rinaturalizzazione dopo gli eccessivi utilizzi a scopo pascolivo e forestale del lontano passato.
A suo tempo inserita d’autorità anche tra i Siti di Interesse Comunitario proprio per il suo valore di biodiversità floro-faunistica ed in passato spesso proposta come Riserva Naturale, la nuova Area Wilderness, denominata “Monti Girifalco e Arezzo”, per la bellezza e l’integra scenografia rupestre e paesaggistica che possiede si spera che in futuro possa estendersi anche ai territori limitrofi appartenenti ai Comuni di Capistrello, Cappadocia, Scùrcola e Tagliacozzo (il versante settentrionale, caratterizzato da integri canali e vallette di grande bellezza paesaggistica, è anche godibile dalla strada, ferrovia ed autostrada Pescara-Roma).
La sua massima importanza come biodiversità naturale è data dalla presenza di una colonia nidificante di Avvoltoio Grifone (specie un tempo estinta sull’Appennino e poi reintrodotta alcuni anni or sono nella non lontana Riserva Naturale Statale Monte Velino); colonia venutasi a creare dopo che alcuni esemplari vi si sono spostati – così come anche nel settore rupestre di Comuni limitrofi – avendo qui trovato un migliore e più idoneo sito di nidificazione. Oltre al Grifone sono presenti e nidificano altre rare specie, quali il Corvo imperiale ed il Falco Pellegrino (o forse, od anche, il Lanario).
Secondo quanto ne riportano alcune fonti bibliografiche non mancherebbe la presenza del Gatto selvatico e anche l’Istrice ed il Gufo reale, nonché sorvoli di Aquila reale. Segnalata sarebbe anche stata la Salamandrina dagli occhiali e la rara farfalla Carcharodus boeticus.
Si tratta di «pendii accidentati con un’elevata rocciosità affiorante (…) caratterizzati da soprassuoli degradati quasi totalmente privi di vegetazione e costituiti da praterie sterili più o meno cespugliate e arborate», come sono descritte dal Piano Forestale; ovvero un bioma in fase di rinaturalizzazione che anche botanicamente potrebbe rivelare la presenza di rare specie floristiche meritevoli di ricerche particolari. Caratteristiche sono le alte fasce rupestri che si susseguono per diversi chilometri di lunghezza, ovvero quella morfologia particolare che ha permesso ai Grifoni di trovare il loro ideale habitat di nidificazione.
L’esempio ed il principio istaurato dall’unanime deliberazione del Consiglio comunale di Castellafiume guidato dal Sindaco Domenico Mariani, meriterebbe di essere seguito da tutti i Comuni limitrofi, per fare di questa serra montana, oggi ritenuta “persa” o “inutile” (e praticamente sconosciuta ai più), anche un’attrazione turistica; benché comunque meritevole di essere conservata solo per il suo valore di per sé di biodiversità e bellezza panoramica, con l’Area Wilderness ciò può infatti farsi senza che – al contrario di tante aree “Parco” – si vengano a ledere gli interessi rurali della comunità locale. Un’attrazione che ora potrà identificarsi mediante una cartellonistica da installarsi sia nel paese che lungo la strada provinciale che da Capistrello, passando per Castellafiume, sale a Tagliacozzo.
Con quest’ultimo settore di Area Wilderness, esse giungono al numero di 66, suddivise in 105 settori, sparse in 10 Regioni e 20 Province per un estensione complessiva di oltre 50.000 ettari.

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